In Spagna, i marocchini entrano nella fila degli elettori

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Jeudi, 22 Mai, 2014
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Regalo di partenza. Jose Luis Rodriguez Zapatero, primo ministro socialista spagnolo tra il 2004 ed il 2011, ha accordato il diritto di voto ai cittadini marocchini.

Secondo un rapporto del Senato : « In virtù del principio di reciprocità, la Spagna aveva concluso, prima dell’allargamento del diritto di voto ai cittadini stranieri provenienti dall’Unione Europea, nel 1989 e nel 1990 degli accordi con i Paesi Bassi, la Danimarca, la Norvegia e la Svezia affinché i cittadini di questi quattro paesi possano partecipare alle elezioni comunali dopo tre anni di residenza in Spagna.

Dopo la trasposizione della direttiva 94/80, solo l’accordo concluso con la Norvegia resta applicabile.

La Spagna ha firmato con diversi paesi dell’America Latina dei trattati di amicizia e cooperazione in base ai quali ciascuna delle due parti s’impegna a concedere il diritto di voto alle elezioni comunali ai cittadini dell’altro Paese. Di trattati simili ne sono stati firmati con l’Argentina nel 1988, con il Cile nel 1990 e con l’Uruguay nel 1992.»

Per il Marocco, si è dovuto aspettare il 2011 affinché più di 500 000 marocchini potessero godere del diritto di voto ed essere eletti alle elezioni locali nei termini dell’articolo 30 che precisa che :« gli stranieri godono delle liberà fondamentali riconosciute ai cittadini e ai cittadini marocchini, secondo la legge. Quelli tra questi che risiedono in Marrocco possono partecipare alle elezioni locali, in virtù della legge, dell’applicazione di convenzioni internazionali o di pratiche di reciprocità ». I marocchini possono quindi prendere parte alle elezioni locali spagnole, essere candidati a posizioni di consigliere in quei comuni a forte concentrazione di marocchini. Questo non sarà il caso per la designazione dei governi regionali.

Il Marocco è stato il 121° Paese, di cui i cittadini potevano partecipare alla vita politica spagnola. « E’ un grande passo verso la nostra integrazione nel nostro Paese d’accoglienza » dichiarava El Hassane Jeffali, presidente dell’associazione catalana, all’indomani della pubblicazione del progetto costituzionale, molto prima del referendum di luglio. « Possiamo difenderci meglio con questa carta. I partiti razzisti e xenofobi ci penseranno due volte prima di puntarci il dito contro o di farci portare il peso dell’insicurezza e della decadenza economica ». 

Il 61% dei francesi oggi vorrebbe sentire proclamare tali parole nel loro Paese da stranieri che vivono in Francia.. si continuerà nel 2014!

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